NAPOLI. Finì molto probabilmente in una trappola dei “Capitoni” il giovane ras Walter Mallo, quando rimase ferito di striscio al braccio lo scorso 25 aprile. E’ quanto emerge dalle intercettazioni ambientali acquisite dall’Antimafia e raccolta grazie ad una cimice intastallata all’interno della sua abitazione nel rione Don Guanella. Atti depositati dalla Dda al Riesame che poche settimane fa ha respinto l’istanza di scarcerazione. “Mi hanno voluto far andre un poco là sopra…mi hanno sparato loro a me, questi cornuti” dice Mallo alla sua fidanzata, come riporta il sito cronache della campania. La ragazza poi gli chiede: “Amò ma stai bene?”. “Sto sempre bene – risponde il baby-boss – mi hanno sparato…certi scemi di Miano (roccaforte del clan rivale dei Lo Russo, ndr) che hanno detto che io sto dando addosso per senza niente…Genny mi ha voluto fare andare un poco la sopra.” E proprio su quest’ultimo nome, tale Genny, si stanno concentrando gli investigatori per cercare di capire di chi si tratta. Dall’ascolto delle intercettazioni dovrebbe trattarsi comunque di un pezzo grosso.
Mallo per le conversazioni telefoniche si serviva di 12 schede “citofono” distribuite ai suoi fedelissimi. 3 sono state già ritrovate: venivano usate da Paolo Russo e Vincenzo Danise, arrestati con lui, e da Rudi Rizzo (non colpito da nessun provvedimento). Altre sim sarebbero state consegnate agli alleati del clan Licciardi della Masseria Cardone di Secondigliano e di Caivano.
Sempre alla fidanzata, mentre i carabinieri ascoltavano grazie alle cimice, diceva: “Le ho pagate 25 euro l’una, ne ho prese 12. Però questa la devo dare ai compagnia mia…vedi sta scritto Caivano…lo vedi? Già ho segnato i numeri, loro tengono il numero mio, hai capito? Va a finire che ci imbrogliamo con le schede perchè ho mandato le schede a certi compagni miei”.