19 settembre 2024

Turismo a Napoli: ad agosto calo di presenze dell’11%, pesa l’abusivismo dilagante

Undici punti percentuali in meno. È questo il bilancio dell’occupazione turistica a Napoli nel caldo agosto 2024, confermando le previsioni già emerse a metà mese. Rispetto all’agosto 2023, in cui il tasso di occupazione delle camere aveva raggiunto l’82,92%, quest’anno si è fermato al 71,93%.

Turismo a Napoli: calo di presenze dell’11%, pesa l’abusivismo dilagante

I dati sono stati raccolti dal centro studi di Federalberghi, che pur evidenziando il grande apprezzamento per Napoli e l’eccezionalità del 2023 dal punto di vista turistico, non può ignorare un calo così significativo.

Come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, le aspettative per settembre sembrano più promettenti — lo scorso anno il tasso di occupazione si attestava all’80% — ma il presidente di Federalberghi Napoli, Salvatore Naldi, ha analizzato a fondo i numeri e ora punta il dito contro uno dei problemi principali: l’abusivismo crescente nel settore ricettivo. Naldi ha sottolineato che, in una città al centro di un fenomeno di “over-tourism”, si sono moltiplicate strutture non autorizzate che operano al di fuori della legalità.

“Colpa anche del gran caldo”

“Il 2023 è stato un anno record, difficile ripetere gli stessi numeri — spiega Naldi —. Ma il calo di presenze di questa estate, soprattutto nel mese di agosto, va comunque analizzato. Il segno meno può avere diverse cause. Il gran caldo, ad esempio, ha spostato flussi turistici verso località di mare, penalizzando la nostra città. È vero che Napoli, quest’anno più di altri, ha provato a proporre anche la risorsa mare, ma c’è ancora molto lavoro da fare perché possa essere percepita non solo come città d’arte, ma anche come città balneare”.

Secondo Naldi, Napoli fatica a competere con altre destinazioni balneari più affermate, come Barcellona, rimanendo ancora legata a un’immagine culturale e storica più che a una realtà marittima. Ma l’abusivismo resta un problema centrale. «Un’altra plausibile causa è l’abusivismo. Oggi — sottolinea Naldi — siamo lieti di vedere operativo il Cin, il Codice Identificativo Nazionale per le strutture turistico-ricettive, che segue il Cusr (iniziativa simile, ma regionale), che consente allo Stato di censire il numero di attività ricettive sul territorio e rappresenta un importante strumento di lotta all’abusivismo in quanto impedisce, alle strutture che non ne sono dotate, di commercializzarsi sui portali web».

Tuttavia, Naldi avverte che l’introduzione del codice è solo un passo in più che è stato fatto, ma occorrono azioni più incisive. «Il codice in parte ha ridotto l’offerta fuori regola — ricorda il presidente Federalberghi — ma persistono strutture abusive che oltre all’evasione fiscale, ai danni erariali e alla concorrenza sleale, mettono in pericolo la sicurezza degli ospiti. Per questo è indispensabile aumentare le azioni di controllo sul territorio con specifiche forze dell’ordine. Servono maglie più strette e controlli più serrati».

Secondo Abbac, l’associazione che riunisce le strutture ricettive extralberghiere, a Napoli esistono circa 1.500 attività abusive, un dato significativo se confrontato con le 12mila strutture registrate tra b&b, case vacanze e stanze. Queste attività non solo evadono le tasse, ma non rispettano le norme di sicurezza e non segnalano gli ospiti alla Questura, creando una distorsione nel mercato turistico che penalizza gli operatori regolari.

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