“Il fatto non costituisce reato”: sono state queste le parole del giudice Antonia Napolitano Tafuri che hanno assolto Giuseppe Castalado, il gioielliere che il 7 ottobre 2015 sparò ed uccise due ladri durante una rapina. L’uomo in quella circostanza uccise, con una pistola regolarmente detenuta, Luigi Tedeschi e Bruno Petrone.
I fatti
La tentata rapina finita in tragedia è avvenuta il 7 ottobre 2015 in via Alveo, nei pressi di corso Resina a Ercolano. Castaldo aveva da poco effettuato un prelievo in banca di 50mila euro ed era stato seguito dai rapinatori a bordo di una moto, finché questi ultimi sono entrati in azione appena Castaldo è entrato nel parcheggio di un deposito di detersivi e bibite.
Al tentativo di rapina, Castaldo ha reagito esplodendo dei colpi con la pistola che deteneva regolarmente, uccidendo Bruno Petrone, 54 anni di Secondigliano e Luigi Tedeschi, 51 anni del Rione Sanità , entrambi con precedenti specifici.
Dalle indagini emerse che i quattro complici delle vittime Tedeschi e Petrone, membri di una banda di professionisti, furono identificati e arrestati in breve tempo. Si tratta di Salvatore Esposito, Antonio Corvo, Addolorata Esposito ed Ernesto Labagnara. Il processo con rito abbreviato a loro carico si concluse, un anno dopo i fatti, con la condanna a sei anni di reclusione per tutti gli imputati.
L’uomo venne subito indagato per omicidio colposo per eccesso di legittima difesa: ma subì anche diverse minacce da parte dei familiari delle vittime, che chiedevano giustizia. Il gioielliere, per tutelare la propria incolumità , si allontanò dalla Campania per evitare ogni tipo di rappresaglia. Sulla vicenda intervenne anche Matteo Salvini, che prese pubblicamente le parti del gioielliere.