Afragola. Gruppi autonomi, scissioni interne, contrasti tra vecchi e “guaglioni” sulla gestione delle piazze di spaccio. Il rione Salicelle di Afragola contiene tutti gli elementi narrativi di una serie criminale stile Gomorra. Peccato che si tratti della realtà . Il punto di svolta avviene nel 2014, quando vengono ammazzati Aniello Ambrosio, Ciro Scarpa, Vincenzo Montino, Stefano Forte e Gennaro Caliendo. Una lunghissima scia di sangue che consacra l’ascesa di un nuovo gruppo criminale, interno al clan Moccia, guidato da Nicola Luongo e il giovane ras Mariano Barbato.
Tutto nella norma, sembrerebbe, secondo le logiche camorristiche: un nuovo sodalizio che si fa spazio per affermare la propria egemonia in un rione. Sennonché con l’arresto di Nicola Luongo le cose precipitano. Mariano Barbato, insieme a fratelli Aniello e Carlo, scalpita, prende le distanze dall’anziano, Luongo, e dai suoi sodali. Comincia ad estendere i propri affari, a radicarsi con le estorsioni nei territori di Afragola e Cardito. Finché non si arriva al muro contro muro. Vecchi sodali, costola del clan Moccia, e i guaglioni dei Barbato-Bizzarro. Secondo le risultanze investigative, i primi non volevano avere a che fare con lo smercio di droga, attività sulla quale si sarebbero invece tuffati i Barbato.
I motivi di contrasto aumentano nel giro di pochi mesi, finché non si consuma una definitiva scissione all’interno dei Luongo-Barbato che sposta gli equilibri criminali nella gestione degli affari illeciti a favore del secondo. In quest’ottica deve essere letto il blitz dell’altro ieri che ha portato all’arresto di tre affiliati al Barbato per detenzione di esplosivi e droga. Giuseppe Sasso, 20 anni, detto “‘0 Nennillo“, che aveva assunto il ruolo di leader del Gruppo, dopo l’ arresto dei fratelli Barbato,  Maria Bizzarro, 30 anni, e Carlo Bizzarro, 20. Armi e droga: questo il potere del nuovo clan.
Ora al vaglio degli inquirenti ci sono le intercettazioni telefoniche captate all’interno delle abitazioni dei fratelli Barbato e di Nicola Luongo. I presagi di una nuova guerra di camorra sono più forti che mai e nascono, come sempre negli ultimi anni, dalla disarticolazione dei clan storici dell’hinterland.