20 settembre 2024

Roma, Federico muore di meningite a 15 anni: non era vaccinato

Muore di meningite a 15 anni. Federico Galluccio, studente dell’Istituto alberghiero Amerigo Vespucci, non era vaccinato. Il ragazzo è deceduto il 13 gennaio nel reparto di terapia intensiva pediatrica del Policlinico Umberto I, a poche ore dal ricovero.

In un’intervista al quotidiano Il Messaggero, la madre del giovane, Valeria Rossomanno, si definisce pentita per non aver mai fatto il richiamo del vaccino a suo figlio: “Federico lo avevo vaccinato quando era ancora piccolo per il meningococco B, adesso che era adolescente non ci avevamo pensato agli altri tipi di vaccinazioni consigliate ma sulla base degli esami che verranno fuori, spero che la sua morte non sia vana, che i genitori seguano i consigli dei medici anche sulle vaccinazioni non obbligatorie”.

La ricostruzione. A raccontare i fatti è la mamma del giovane: “Sono andata a prenderlo poco prima di cena e siamo tornati a casa. Stava bene, non aveva nulla. Poi, però, al mattino presto, intorno alle 5.30, mi ha svegliato perché si sentiva male, aveva la febbre molto alta“. Inizialmente la madre ha attribuito l’alta temperatura a una comune influenza e gli ha somministrato degli antipiretici.

Poi ha continuato: “Intorno all’ora di pranzo ha iniziato a coprirsi di macchie. Con il papà, abbiamo deciso di portarlo in ospedale. Eravamo spaventati, così invece di aspettare l’ambulanza lo abbiamo portato noi”. Non appena ha raggiunto l’Umberto I, il ragazzo è stato ricoverato d’urgenza.

Prima che lo portassero in Terapia Intensiva la donna spiega che è riuscita a dirgli soltanto ‘ciao Pippi’. “Era su una sedia a rotelle, è scomparso dietro una porta e l’ho riabbracciato quando ormai era troppo tardi. I medici ci hanno detto che era molto grave, che si trattava di meningite. Non riesco a darmi pace. Era un figlio eccezionale, un ragazzo dall’anima pulita. Amava tanto quella scuola”, quell’istituto alberghiero immediatamente sottoposto profilassi per evitare il contagio. “Frequentava la società Atletico Talenti, era un ginnasta molto bravo. Era la mia ragione di vita perché mi dava consigli, vedeva il mondo con purezza”, conclude la madre.

 

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