L’INPS comunica la data ufficiale in cui avverrà il pagamento della mensilità di febbraio del reddito di cittadinanza. La comunicazione è rivolta a tutti quelli che hanno presentato domanda prima del 31 gennaio dell’anno in corso.
L’INPS, data di accredito del reddito di cittadinanza di febbraio
La mensilità del sussidio statale verrà caricata sulla card il 27 febbraio 2020. L’accredito però avverrà solo a favore dei vecchi beneficiari che hanno presentato la dichiarazione ISEE aggiornata entro l’ultimo giorno del mese di gennaio. E’ questa una condizione essenziale per ottenere il reddito. Chi invece non adempiuto a quest’onere o lo ha fatto in ritardo, non perderà il pagamento di febbraio ma l’otterrà entro i 18 mesi successi alla regolarizzazione della propria posizione a partire dal 15 febbraio.
Come cambia l’importo del reddito di cittadinanza dopo la presentazione dell’ISEE
Ovviamente la somma che verrà accreditata a favore dei beneficiari varierà in base al nuovo reddito familiare dichiarato nell’ISEE aggiornato. L’INPS ha già fatto sapere che se il Rei (Reddito di Inclusione) dovesse determinare un aumento dell’ISEE, quest’aumento non comporterà una variazione ai fini della determinazione dell’importo del reddito di cittadinanza. L’INPS infatti non considera il Rei ai fini del calcolo de reddito familiare e dunque non inciderà sulla portata dei pagamenti previsti a favore dei beneficiari del RdC.
Un ISEE più alto dunque non incide necessariamente sulla somma a cui si ha diritto. Ma oltre al Rei, i fattori che possono influire sull’importo sono altri. Come prima cosa è bene ricordare che mentre l’ISEE 2019 teneva conto dei redditi del 2017, l’ISEE 2020 prende come riferimento quelli del 2018. Per quanto riguarda i patrimoni, viste le novità introdotte dall’ultima riforma, si fa riferimento per entrambi gli indicatori a quelli del 2018.
I fattori dell’ISEE che incidono sul reddito
Maggiore sarà la differenza tra i redditi percepiti tra il 2017 e il 2018, più varierà l’importo. Nel dettaglio, a parità di patrimonio, se i redditi percepiti nel 2017 sono minori rispetto a quelli del 2018, la somma da corrispondere a titolo di reddito di cittadinanza diminuirà. Viceversa, l’importo aumenta quando i redditi del 2017 sono maggiori. Ciò vale anche quando il reddito è aumentato per prestazioni assistenziali diverse dal REI (come ad esempio il bonus bebè), o anche a causa della Naspi.
Se è iniziato un lavoro?
L’inizio di un lavoro non necessariamente comporterà una riduzione del reddito di cittadinanza. Questo perché chi seguito correttamente le procedure al momento della domanda dovrebbe aver già comunicato questa attività lavorativa. Il percettore del reddito dovrà comunque indicare i rapporti di lavoro esistenti eventualmente non indicati nell’ISEE attraverso il modello Sr182 (Com-Ridotto).
Di conseguenza, coloro che hanno fatto domanda con ISEE rinnovato tra il 1° gennaio e il 31 agosto 2019 dovrebbero aver indicato eventuali attività lavorative iniziate dopo il 1° gennaio 2017. Per le domande presentate con ISEE rinnovato tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2019, invece, le attività lavorative sono quelle successive al 1° gennaio 2018. L’Inps in questo modo ha potuto calcolare l’importo del reddito di cittadinanza tenendo conto anche dei redditi non compresi nell’ISEE 2019, ma comunque utili per fotografare la situazione reddituale del nucleo familiare e quantificare correttamente il reddito di cittadinanza spettante.
Ebbene, nell’ISEE 2020 invece questi redditi sono presenti e di conseguenza potrebbero aver comportato un aumento del valore dell’indicatore; per l’Inps, però, non dovrebbe trattarsi di nulla di nuovo e di conseguenza non dovrebbero esserci variazioni del RdC.