Si dimette l’assessora comunale di NapoliĀ Eleonora De Majo. Con un post su Facebook l’assessore alla Cultura e al Turismo del Comune, lascia il suo incaricoĀ dopo il caso della designazione di uno dei due rappresentanti della tifoseria organizzata nella commissione incaricata di valutare i progetti per la statua in memoria di Diego Armando Maradona.
“LeĀ ultime vicende, quelle che riguardano la composizione della commissione tecnico-popolare per la scelta della statua di Maradona – si legge nella nota – stanno assumendoĀ Ā la piega di un pesantissimo accanimento personale, che ĆØ arrivato alla perquisizione in casa con il sequestro di telefoni e computer (motivo per cui sono irreperibile da qualche settimana) e dalla pubblicazione sui giornali cittadiniĀ di attiĀ che mi riguardano relativi ad indagini ancora in corso di cui a stento io stessa avevo avuto conoscenza”.
Dimissioni dell’assessore de Majo
L’assessore dice di non riconoscersi piĆ¹ nel progetto politico dell’amministrazione de Magistris. “Ho tuttavia deciso di rassegnare le dimissioni e di consegnarle al Sindaco, nonostante non mi sia stato chiesto alcun passo indietro, perchĆ© se ĆØ vero che oramai da tempo non mi riconosco piĆ¹ in questo progetto politico e amministrativo, devo ammettere che le ultime vicende, quelle che riguardano la composizione della commissione tecnico-popolare per la scelta della statua di Maradona, stanno assumendo la piega di un pesantissimo accanimento personale, che ĆØ arrivato alla perquisizione in casa con il sequestro di telefoni e computer ( motivo per cui sono irreperibile da qualche settimana) e dalla pubblicazione sui giornali cittadini di atti che mi riguardano relativi ad indagini ancora in corso di cui a stento io stessa avevo avuto conoscenza”.
De Majo dice poi anche di non aver condiviso la scelta di de Magistris di candidare a sindaco Alessandra Clemente. “Non ho mai fatto mistero dellāenorme scetticismo nei confronti dellāindicazione di un candidato sindaco per le prossime amministrative, calata dallāalto e senza confronto con la cittĆ – scrive -. Nessun pregiudizio. Piuttosto la convinzione da principio che quella candidatura non sarebbe riuscita ad interpretare neā a farsi portavoce delle battaglie, delle rivendicazioni e delle scelte piĆ¹ radicali, innovative e progressiste che hanno caratterizzato le fasi migliori di questo decennio neā a costruire una visione di cittĆ inclusiva, capace di guardare innanzitutto alle fragilitĆ e di sfidare lāasfittico dibattito tra ceto politico che si sta sviluppando alla viglia del voto. Ho atteso, cercando di comprendere se nonostante questa scelta cosƬ lontana dai miei auspici, si sarebbero potuti creare i presupposti per costruire una strada di condivisione, di dibattito, di confronto sul presente e sul futuro della cittĆ .