Napoli. Eccole tutte le copertine che l’Espresso ha dedicato alla città di Napoli. Nessuna delle cinque che in quarant’anni dia spazio al rilancio o alle novità della terza città d’Italia.
Colera e camorra. La prima, “Bandiera Gialla”, risale al 1973. Un operatore sanitario con una mascherina brucia in primo piano i sacchetti di rifiuti per fermare l’epimedia di colera in città . La seconda, “Napoli perduta”, risale invece al 2006, periodo in cui si consumò la mattanza di camorra tra il clan Di Lauro e il clan degli Scissionisti degli Amato-Pagano.
Rifiuti, acqua e criminalità . La terza, “Napoli Addio”, al 2010: protagonista in primo piano la crisi dei rifiuti. La quarta, “Bevi Napoli e poi muori”, si riferisce all’inchiesta sull’acqua della città partenopea, che sarebbe imbevibile e cancerogena. L’ultima, invece, del numero oggi in edicola, “Sparanapoli”, dà spazio alle baby-gang che fanno il brutto e il cattivo tempo nel centro storico di Napoli.
Sputtanapoli. A raccogliere tutte le copertine che il settimanale del gruppo “La Repubblica-L’espresso” ha dedicato a Napoli è stato lo scrittore saggista e giornalista Angelo Forgione. Il comune denominatore di tutte le copertine che si susseguono a distanza di anni è il solito: la denigrazione sistematica della città , esaltata dai media, agli occhi di alcuni, soltanto per i lati negativi e i problemi che l’attanagliano. Speriamo che la capitale del Mezzogiorno conquisti le copertine dei settimanali e dei periodici anche per ciò che funziona e ci rende celebri in tutto il mondo.