20 settembre 2024

Napoli, Marco di Lauro come Ciccio Mallardo: basso profilo e latitanza da uomo qualunque

Ciccio Mallardo e Marco di Lauro. Due boss lontani nel tempo e nello spazio, ma arrestati in circostanze simili dopo anni di lunga latitanza. A costruire questo parallelismo è il Questore Antonio De Jesu, nel 1992 primo dirigente al Commissariato di Giugliano.

Entrambi avevano la stessa capacità di mimetizzazione“, ha spiegato De Jesu nel corso della conferenza stampa tenuta in Questura sabato scorso. “Quando arrestammo Ciccio Mallardo, il boss dell’omonimo clan, sembrava una persona qualunque, addirittura si spacciava per un dipendente di una ditta di pulizie”. La vicina, spiega il questore, non si era neanche accorta che in quella mansarda del parco Nuovo Mondo di via Campopannone, dove Ciccio ‘e Carlantonio si nascondeva, ci fosse un pezzo da novanta del crimine organizzato. “La sera prima avevano stappato una bottiglia di champagne, come una famiglia qualunque”. E invece stava per incontrarsi di lì a poco con il boss del Rione Vasto, Gennaro Licciardi, altro pilastro dell’Alleanza di Secondigliano, arrestato poco dopo.

Anche Marco Di Lauro ha sempre mantenuto in questi 14 anni un profilo basso, che gli ha permesso di evitare il carcere per molto più tempo di altri esponenti di spicco della camorra. Quando gli uomini della Polizia e dell’Arma dei Carabinieri hanno fatto irruzione all’interno del suo covo, a Marianella, stava mangiando un piatto di pasta asciutta e dei pistacchi. Indossava una tuta. Con lui la compagna, impegnata nelle faccende domestiche. Un quadro di assoluta ordinarietà che non lasciava presagire nulla dell’impero criminale che Di Lauro gestiva nell’ombra da anni e anni.

Understatement e low profile sono i metodi che Marco ha ereditato dal padre, Ciruzzo ‘o Milionario, bravo a mimetizzarsi per anni e a vivere come un fantasma agli occhi delle Procure e delle forze dell’ordine. Mai una guerra, mai una sparatoria: tanta diplomazia e fiuto per gli affari. Fu il primo genito, Cosimo, a rompere con i vecchi assetti criminali e a rivendicare un ruolo di primo piano rispetto ai soci del papà. Fu la scintilla che scatenò la prima faida di Scampia.

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