Si presenta in cattive condizioni lo stabile del Comune che ospita gli uffici del settore demografico ed elettorale, dove prestano servizio 11 dipendenti, compreso il Capo Settore, Antimo Scotto. Tutte umide e fatiscenti le stanze, in particolar modo quelle ubicate al primo piano, dove spesso cade anche l’intonaco dai soffitti.
“Mi hanno dovuto spostare in un altro locale – afferma un’impiegata – perché la puzza di muffa era diventata insopportabile. In quest’altro ambiente sto un po’ meglio, ma le condizioni per poter lavorare serenamente non sono sicuramente delle migliori”.
Un’altra dipendente del Comune, con un’anzianità di servizio quasi quarantennale, ci ha fatto vedere i bagni che si presentano in una condizione orribile.
“Abbiamo fatto presente la situazione al Comune – dice Scotto –: ci hanno assicurato che stanno cercando una soluzione, per sistemarci altrove”.
Gli uffici del settore demografico, elettorale e stato civile operano all’interno dello storico Istituto Santa Maria delle Grazie di Piazza Trieste e Trento (esistente dal 1827, diventato, poi, convitto femminile il 3 giugno 1934), che, in seguito allo scioglimento dell’ex IPAB (Istituto pubblico di beneficenza e assistenza), diretto dalle suore Salesiane, divenne proprietà comunale. Durante la gestione commissariale, il Prefetto Tramonti, per non interrompere quest’opera educativa, decise di concedere alcuni locali alla vicina parrocchia dell’Annunziata. Si tratta, precisamente, di quelli che, durante la vecchia gestione delle suore, erano adibiti a cucina, refettorio, lavanderia, chiesa e sagrestia, nonché il campetto di calcio. Nella convenzione di durata decennale, firmata tra il Comune e la Chiesa, è previsto che i lavori di ristrutturazione siano a carico della parrocchia. Il Comune, infine, può chiedere la soluzione anticipata del contratto in caso di vendita della struttura o della sua ristrutturazione completa. Il Comune, infatti, ai tempi dell’amministrazione Cavallo era intenzionato a realizzare un Centro Polifunzionale in una parte dell’ex convento. Presentò pure un progetto alla Regione per essere ammesso al finanziamento di 700mila euro, ai quali andavano aggiunti, a titolo di cofinanziamento, un milione di euro di fondi comunali che furono pure impegnati in bilancio, di cui una parte fu pure utilizzata per la realizzazione dei locali destinati all’asilo nido. Asilo nido che ora è stato spostato altrove. Il progetto definitivo si avvaleva di due step (Azione 1 e Azione 2): fu approvato dalla giunta Cavallo con delibera 127 del 27/09/2011, su proposta degli assessori dell’epoca Emma Buondonno (Urbanistica e Lavori Pubblici) e Claudia De Magistris (Politiche Sociali). Per quanto concerne l’azione 1, riguardava i lavori di ristrutturazione di tutto l’immobile. Per quanto concerne l’Azione 2, doveva essere finanziata per i primi due anni dalla Regione per un importo di 473.620 euro, e riguardava appunto la gestione del Centro Polifunzionale che doveva avvenire attraverso l’istituzione di laboratori educativi e culturali, servizi informativi e di orientamento, finalizzati a sviluppare percorsi di integrazione e migliorare il reinserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati, per combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro. Alla stesura del progetto previsto dall’Azione 2, denominato “Giovani IN Centro”, di cui fu nominato Rup, Luigi De Biase (attuale dirigente Area Affari generali), collaborarono Maria Pia Russo (responsabile dei Servizi sociali), Giuseppina Baiano, Bianca Perna, professionalità interne al Comune. Per la parte tecnica, siccome il progetto fu varato quando Antonio Granata era dirigente dell’Ufficio tecnico, questi si nominò anche Rup (responsabile unico del procedimento) dell’Azione 1, cioè la parte di competenza tecnica. Sempre Granata, con determina 467 del 27/09/2011, diede incarico di assistente al Rup e coordinamento tra Azione 1 e Azione 2, all’architetto Luigi Salierno, di Buonalbergo in provincia di Benevento, per un importo di 13.842,40 euro comprensivo di Iva e oneri professionali. E sempre Granata, con det. 462 del 22/09/2011, affidò all’architetto maranese con studio al corso Umberto, Giuseppe Nastro, il compito della progettazione definitiva dell’Azione 1 (ristrutturazione immobile) che avrebbe dovuto percepire, stando all’atto dirigenziale, qualora il finanziamento fosse andato a buon fine, 47.819 euro tra compenso professionale, Iva e Inarcassa. Nastro fu scelto sulla base di un curriculum presentato con prot. 2735/08 e non dall’ultimo elenco dei professionisti di fiducia dell’Ente, stilato a gennaio 2011 e aggiornato a maggio 2011. Insomma, se fosse passato il finanziamento, oggi, i locali adibiti a uffici comunali, sarebbero sicuramente più confortevoli.
Domenico Rosiello