20 settembre 2024

Le mani del clan Mallardo su lavori a “La Birreria” ed il ruolo di Luigi Vitiello

Quella di Luigi Vitiello, classe ’82, è una delle figura centrale nell’ultima inchiesta dell’Antimafia partenopea sugli intrecci tra camorra ed edilizia a Giugliano, che oggi ha fatto scattare gli arresti per lui e due ras della cosca giuglianese. Imprenditore attivo nel settore edile ed immobiliare, secondo gli inquirenti sarebbe stato molto vicino al clan Mallardo, come dimostrerebbe l’intermediazione per la richiesta estorceva ai danni di suo zio Raffaele, oppure come avvenuto nel caso della costruzione del centro commerciale “La Birreria” di Miano. Per la realizzazione della struttura nell’ex stabilimento Peroni ci sarebbe stato un accordo nell’Alleanza di Secondigliano, col coinvolgimento in particolare di Licciardi e Mallardo.

Le mani del clan Mallardo su lavori a “La Birreria” ed il ruolo di Luigi Vitiello

E del consorzio di ditte ha fatto parte anche Luigi Vitiello, in particolare per la realizzazione dei parcheggi. Come emerso delle intercettazioni, si sarebbe impegnato in virtù di un accordo stretto tra il clan della Masseria Cardone e quello di Giugliano, a versare una grossa somma di denaro che avrebbe dovuto “coprire” la quota estorsiva anche delle altre ditte impegnate nei lavori per conto del consorzio.

L’accordo sarebbe stato, però, disatteso in quanto era stato chiesto denaro alle altre ditte che lo avevano anche corrisposto. Per tale motivo il Luigi Vitiello avrebbe interrotto i pagamenti ed i rapporti con Secondigliano, demandando la risoluzione della questione agli “amici di Giugliano” grazie ai quali egli stava svolgendo quei lavori in quella zona.

Dall’ordinanza emerge che alla fine avrebbe dovuto ottenere la restituzione di 40mila euro e che all’esecuzione di nuovi lavori sarebbero ripresi i pagamenti. Per gli inquirenti, non può essere ritenuto una vittima ma parte del sistema, per aver ‘osato’ pretendere la restituzione dei soli senza timori di ritorsioni. Gli 007 della Dia hanno captato diverse intercettazioni con personaggi vicini alla cosca.

Ed alcuni di questi esponenti per questa vicenda tirano in ballo anche il superboss Francesco Mallardo, chiamandolo Padre Pio, nome in codice che sarebbe stato usato per indicare il vertice.

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