Forse un malore. Forse un infarto. Non è ancora chiara la causa del decesso di Antonio Pennacchio, il 37enne di Giugliano trovato morto venerdì nelle campagne che dividono Giugliano da Parete.
La faccia rivolta a terra, il corpo riverso, il casco ancora indossato. L’uomo è stato ritrovato così, crollato probabilmente mentre era in sella al suo scooter SH. Aveva finito da poco di correre. La sua consueta corsa di footing si è però trasformata in tragedia. Ancora sudato, in tuta, si era messo alla guida del motorino per fare ritorno a casa. Un malore probabilmente l’ha colto mentre stava percorrendo i primi metri, un colpo di acceleratore, uno di freno, poi la sbandata e il capitombolo a terra, la faccia affossata nella terra.
Sono passate diverse ore prima che un contadino lo ritrovasse così. L’uomo ha subito chiamato i Carabinieri, che giunti sul posto, insieme ai sanitari del 118, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Poi l’identikit e il controllo dei documenti che non ha lasciato più speranze ai familiari, in apprensione dal giorno prima. Si trattava di Antonio Pennacchio.
Antonio era un imprenditore molto noto in città . Era stato titolare del bar “Pigro” in via Aviere Mario Pirozzi. L’attività era stata chiusa e il 37enne si era concesso una vacanza in Brasile da cui era tornato da poco. Sul corpo esanime del giuglianese è stata effettuata al Policlinico di Napoli l’autopsia. Oggi si svolgeranno le esequie presso la Chiesa di San Marco.