D’Angelo, candidato sindaco Napoli, a TeleClubItalia: “Primarie? No grazie. Manfredi autorevole ma nome non basta” 

“Ho aspettato, sollecitato, auspicato a lungo e ancora oggi confido che ci possa essere una soluzione unitaria. Non sono una persona incline a fughe in avanti. I fatti però dicono che non c’è un progetto unitario e non c’è un solo candidato sindaco”  lo ha detto Sergio D’Angelo, presidente della cooperativa sociale Gesco e terzo candidato ufficiale alla poltrona di primo cittadina di Napoli nel corso del format di Tele Club Italia “Campania oggi” in onda tutti i giorni alle 13:00 e alle 18:30.

“Primarie? No, grazie. Temo che il centrosinistra non esista più nemmeno come categoria. Io mi sono rivolto alle forze progressiste e democratiche della città (reti civiche, organizzazioni sociali e ambientaliste).  La politica – per fortuna – non si fa più solo dentro i partiti” ha aggiunto.

Sulla possibile candidatura dell’ex ministro Manfredi poi afferma:Nel caso in cui Manfredi decida di candidarsi, riconosco l’autorevolezza del nome ma occorre che qualifichi la proposta in maniera convincente. Stessa cosa per Fico. Anche se si tratta di nomi autorevoli, bisogna vedere progetto e squadra. Non servono gli uomini soli al comando”.

Ammette di aver incontrato entrambi come trapelato sui giornali ma aggiunge: “Ho incontrato sia Manfredi che Ficoquindici giorni fa. Abbiamo parlato della città: eravamo un po’ tutti candidati non si sa bene da chi, non si sa bene per cosa. Non potevo dare disponibilità a sostenerli in un progetto al buio”.

Duro il commento di D’Angelo sui dieci anni di amministrazione a guida De Magistris: “Sono stato assessore alla prima consiliatura Dema nel 2011 per 18 mesi, ho partecipato alla parte iniziale. Oggi –  a distanza di tanti anni trascorsi – posso dire che quest’amministrazione comunale sia stata più in continuità con le precedenti di quanto si possa pensare. I problemi non trattati adeguatamente sono gli stessi. La capacità di riscossione è rimasta ferma a 30 anni fa. Insostenibile che i servizi della città vengano pagati solo dal 50% dei suoi abitanti. In trent’anni non si messo mano a nessun impianto di compostaggio. Bagnoli e Napoli est (i due grandi progetti di riquqalificazione) sono fermi dagli anni ’90. Il piano regolatore è fermo agli anni ’70”.

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