La cura per il Coronavirus potrebbe arrivare dal team della pecora Dolly. E’ questa l’ultima scoperta che si sta facendo strada negli ambienti scientifici. A dare l’ennesimo annuncio di aver trovato una cura nel contrasto al Covid-19 (ancora tutto da dimostrare) è stato il team scientifico inglese che è riuscito a clonare la pecora Dolly nel lontano 1996.
La notizia è stata riportata dal Daily star nell’edizione cartacea del 5 aprile scorso. La notizia sta pian piano facendo il giro del web ma ovviamente, prima che trovi conferme questa ipotetica cura, ne passerà ancora di tempo. Intanto la cura più efficace resta quella del restare a casa.
Cura per il Coronavirus dal team della pecora Dolly
Secondo quanto riportato dal Daily Star, il trattamento sperimentale portato avanti per sconfiggere il Covid-19 è quello delle cellule immunitarie prelevate da volontari giovani e sani. Uno studio che sarà consegnato al National Health Service britannico entro la prossima settimana. La trasfusione cellulare per costruire un’immunità adeguata sarebbe già stata utilizzata per trattare con successo alcuni casi di cancro secondo gli studiosi.
Brian Kelly, il responsabile del team che ha messo a punto lo studio, ha dichiarato: “Il punto di svolta nella lotta contro l’infezione virale è quello di sviluppare qualcosa in grado di attaccare cellule infette e non quelle sane”.
I vaccini e le cure in Italia
Al momento sono in corso diverse sperimentazioni sul vaccino contro il Covid-19 ma tutti hanno fatto sapere che prima di un anno non sarà disponibili. Per questo i governi si stanno attrezzando per provare a contenere il contagio in ogni modo. Intanto in Italia le cure che stanno dando risultati positivi sono diverse. In particolare quella sperimentata a Napoli tra l’ospedale Pascale e il Cotugno con il Tocilizumab, farmaco usato per curare l’artrite reumatoide. L’Aifa ha autorizzato lo studio TOCIVID-19 che valuterà l’efficacia e la sicurezza del tocilizumab nel trattamento della polmonite in corso di COVID-19. Due gli obiettivi di questa scelta secondo l’Aifa:
- produrre dati scientificamente validi sul trattamento
- consentire che l’uso attualmente già diffuso possa avviare un nuovo percorso che consenta di tracciare tutti i trattamenti e valutarne in maniera sistematica l’impatto terapeutico.
https://www.teleclubitalia.it/190076/coronavirus-il-farmacologo-garattini-vaccino-forse-pronto-a-fine-anno/