Coronavirus, il prefetto di Napoli a Tele Club Italia: “Lotta alla camorra è la nostra priorità”

“Napoli è la quinta città d’Italia per numero di sanzioni irrogate nel corso di questa emergenza”, a dichiararlo il prefetto di Napoli, Marco Valentini, a Tele Club Italia, nell’ambito della trasmissione Tg Club – Speciale coronavirus.

Napoli, la città quinta in Italia per numero di sanzioni durante emergenza

Valentini ha fornito i dati relativi ai controlli effettuati dalle forze dell’ordine nel capoluogo campano. Nel suo complesso i cittadini di tutta la provincia partenopea hanno dimostrato un rispetto delle regole e delle disposizioni governative in linea con il resto d’Italia. Sono stati fatti “472mila controlli su persone – ha dichiarato il prefetto – e irrogate 20mila sanzioni. Almeno 4 grandi metropoli del Nord e del Sud precedono Napoli nella classifica delle città meno virtuose durante questa emergenza”.

Resta la macchia della città di Saviano, finita sotto i riflettori per i funerali al sindaco Carmine Sommese. “E’ stata una grande ferita per le istituzioni. La pagina non è chiusa. L’Arma dei carabinieri ha irrogato più di trenta sanzioni e la Procura della Repubblica di Nola ha avviato indagine penale. Non si gioca con la salute dei cittadini e le istituzioni devono rispettare sempre la legge. Saremmo intransigenti nei confronti del caso del comune di Saviano e di casi simili”.

L’ombra della camorra sui finanziamenti

Massima attenzione anche sul fronte della criminalità organizzata, con i clan pronti ad incunearsi nelle pieghe dell’emergenza e a sfruttare le debolezze dello Stato. “E’ la prima delle nostre preoccupazioni, in cima all’agenda – ha spiegato Valentini -. La camorra ha trovato persino il modo di mantenere attivo il mercato dello spaccio durante l’emergenza, quando le strade sono meno praticabili. Ma dobbiamo occuparci anche della mole di finanziamenti a sostegno delle imprese e delle attività. Il rischio di infiltrazioni mafiose è alto. Faccio appello al senso di responsabilità delle persone perché non accettino aiuti opachi.

Infine un passaggio sulle aziende che ripartiranno per la fase 2 o che sono già in attività. “Sono circa duemila le comunicazioni ricevute ad oggi dalla Prefettura – ha precisato Valentini – ne abbiamo esaminate poco più della metà. Abbiamo effettuato controlli attraverso la Guardia di Finanza per verificare l’effettivo collegamento delle aziende aperte alle filiere produttive autorizzate dal Governo. Siamo molto attenti anche al rispetto delle norme sulla sicurezza del lavoro per prevenire la diffusione del contagio”.

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