Come si guarisce dal coronavirus: ricovero in ospedale o isolamento in casa

Come si guarisce dal coronavirus? In Italia è una domanda che si pongono in tanti, spaventati dal rischio di morire o di finire in quarantena. La casistica al momento è piuttosto varia e distingue la gravità della malattia in base all’età e alle reazioni immunitarie del singolo individuo infettato.

Coronavirus, sintomi lievi in alcuni soggetti

Anzitutto è accertato che risultino positivi alcuni pazienti asintomatici. Nessuna tosse, nessuno starnuto o linea di febbre. Persone perfettamente in salute che risultano potenzialmente contagiose. A confermare la loro presenza è l’Istituto superiore di sanità. Oltre agli asintomatici, ci sono i pazienti latenti, cioè quelli che attraversano un periodo di incubazione e non manifestano sintomi prima dei 14 giorni. Questi soggetti e i primi sono purtroppo il veicolo più frequente di diffusione del virus (dati Oms).

Sintomi lievi: il coronavirus si può curare in casa

In una buona percentuale di casi, per ora stimato intorno al 20 %, i soggetti infettati presentano sintomi lievi, come mal di gola e febbricola. E’ il caso, ad esempio, della 24enne casertana rientrata da Milano, che ha denunciato di avere solo mal di gola. Per questi soggetti, è possibile anche la guarigione in casa, in condizioni di isolamento. L’ospedalizzazione infatti è prevista soltanto per i casi più gravi. Di conseguenza, una volta effettuato il tampone e accertata la positività del paziente, il soggetto può guarire a domicilio aspettando il decorso della malattia. Una soluzione del genere è stata adottata per molti degli ammalati provenienti dalla zona rossa del Lodigiano, oppure per il 50enne napoletano di Piazza Carlo III. Così si guarisce dal coronavirus da soli. I bambini sembrano mostrare la migliore capacità di guarigione spontanea. Il numero degli infetti al di sotto dei 18 anni è minimo e il tasso di letalità prossimo quasi allo zero.

Come si guarisce dal coronavirus: in ospedale i casi più gravi

Il 5 % dei contagiati presenta condizioni di salute gravi. In questo caso, personale con tute di biocontenimento preleva il paziente dal domilio e lo porta in strutture ospedaliere attrezzate per malattie infettive come lo Spallanzani a Roma o il Cotugno a Napoli. L’ammalato viene ricoverato in unità di terapia intensiva e sottoposto alle cure del caso. In realtà, ad oggi, mancano terapie specifiche approvate per il Covid-19, ma possono essere impiegate, in clinica, molecole e antivirali già in commercio, somministrabili sulla base dell’esperienza maturata per altre malattie quali Sars e Mers.

Coronavirus: il decesso del paziente

Circa il 2/3 % dei pazienti affetti da Covid-19 muore. La percentuale è circoscritta per lo più ai pazienti di età superiore ai 70 anni, dove il tasso di letalità supera il 14 %, e a pazienti con patologie pregresse, come diabetici o cardiopatici. Costituiscono la fascia più debole della popolazione, di regola già esposta al rischio di influenze stagionali o polmoniti, che però in caso di contagio da Coronavirus non hanno rimedi efficaci o contenitivi come i vaccini o antibiotici.

Ci sono contagiati già guariti?

Si guarisce completamente da Coronavirus grazie alle difese naturali dell’organismo che portano allo sviluppo di anticorpi. Questo processo permette di mantenere un buon grado di immunità, cioè di protezione, nel tempo. In Italia ci sono già due persone guarite dopo circa due settimane di degenza ospedaliera. Le dimissioni sono state firmate in quanto non c’è più traccia del virus nel sangue di questo paziente. Questo Coronavirus ha fatto un primo passaggio dall’animale all’uomo, in Cina, è venuto in Italia attraverso i viaggi e ora è diventato per così dire autoctono.

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