E’ l’immagine di un boss ancora forte e potente, in grado di gestire e condurre gli affari dell’intera Alleanza di Secondigliano, quella che emerge dall’ennesima inchiesta che questa mattina ha portato a diversi arresti e sequestri ai danni del clan Mallardo. A finire nuovamente in manette Francesco Mallardo, alias Ciccio ‘e Carlantonio, attualmente detenuto a Milano, nel carcere di Opera.
Talmente forte, Ciccio Mallardo, che, secondo il Procuratore Della Repubblica Giovanni Melillo, “lui è Napoli, non Giugliano”. L’ultima parola sui grandi affari criminali nei quartieri Vasto e Arenaccia spetta sempre a lui. Ed è lui che impartisce ordini, direttive e decide i vertici di comando del cartello criminale secondiglianese. “Ettore Bosti – dice in un’intercettazione – io lo metto e io lo tolgo“. Forte dei rapporti di parentela con i Contini, Ciccio disporrebbe di un vasto credito criminale in tutto il centro di Napoli, e sarebbe lui il referente dell’Alleanza di Secondigliano nei rapporti con le altre cosche partenopee.
Dall’indagine condotta dalla DDA emerge anche il quadro di un clan radicatissimo in Toscana. Nella regione di Firenze i Carlantonio avevano investito in società immobiliari “pulite”, dietro le quali però si nascondevano sempre i Mallardo. Una situazione inedita per una cosca che, secondo le precedenti indagini, sembrava avesse circoscritto i suoi interessi in Campania e nel sud-pontino, ma che, a quanto pare, non aveva mai smesso di cercare nuovi terreni imprenditoriali da colonizzare attraverso una fitta rete di prestanome e teste di legno.