Il processo e la sentenza del caso Vannini

Antonio Ciontoli è accusato di omicidio volontario, il resto della famiglia per concorso in omicidio volontario, Viola Giorgini per omissione di soccorso. La sentenza di primo grado, emanata nell’aprile del 2018, sarà accolta con ira dalla famiglia di Vannini: 14 anni a Ciontoli padre, 3 anni (per omicidio colposo) ai famigliari, assolta Viola Giorgini.

Federico, Martina e la madre dei due ragazzi rimarranno fuori dal carcere con la condizionale. Sarà però la sentenza in secondo grado a scatenare l’opinione pubblica: la pena a Ciontoli verrà, infatti, derubricata. Da 14 anni di carcere, Ciontoli dovrà scontare solo 5 anni di pena. Derubricato anche il reato che da omicidio volontario diventa omicidio colposo. Confermata, invece, la sentenza per i famigliari e l’assoluzione per Viola Giorgini.

Ma c’è un’altra cosa che fa infuriare l’opinione pubblica: la reazione dei giudici, che davanti alla rabbia di Marina Conte la cacciano dall’aula intimandole di poter aprire un processo per reati contro il giudice.

A distanza di cinque anni si attende ancora una sentenza definitiva. Presto comincerà il processo in Cassazione, che metterà la parola fine su una delle vicende giudiziarie più spinose e controverse della recente storia italiana.

Le Iene sul caso Vannini

Nella puntata del 13 febbraio la trasmissione “Le iene” tornerà a parlare della tragica morte di Marco Vannini. La trasmissione infatti è entrata in possesso di un documento esclusivo che getta nuove ombre sul caso dopo che la sentenza di secondo grado è stata annullata.

Giulio Golia rivelerà il contenuto del dossier che è stato inviato dal ministro della giustizia al procuratore generale della corte suprema di Cassazione e ha come oggetto il comportamento tenuto dal medico Alessandra D’Amore, responsabile delle indagini su Antonio Ciontoli per l’omicidio del povero Marco.