Campi Flegrei, dopo 10 anni si torna a monitorare i fondali attraverso sonde

Dopo 10 anni l’Ingv torna a monitorare attraverso l’utilizzo di sonde i fondali dei Campi Flegrei per avere una situazione più chiara in merito a quello che potrebbe essere il cambiamento morfologico del fondale.

L’ultima verifica è stata effettuata nel 2013 ed oggi, grazie alla collaborazione con l’Università Parthenope, si torna a scandagliare i fondali. Si tratta di un’area di circa 32 km² nella caldera dei Campi Flegrei. L’istituto di geofisiche vulcanologia effettuerà dei rilevamenti sottomarini per comprendere eventuali emissioni gassose e verificare il cambiamento morfologico del fondale, al fine di raggiungere un migliore monitoraggio del fenomeno sismico.

Il confronto con gli ultimi dati

Un confronto tra i dati rilevati 10 anni fa e quelli che ne verranno fuori oggi attraverso l’istallazione di nuovi strumenti, paralleli a quelli già esistenti, che avranno lo scopo di serrare maggiormente il lavoro di supervisione.

“Le fumarole sottomarine, tutte già campionate e monitorate, da oggi avranno ulteriori occhi che forniranno informazioni utili alla dinamica dei Campi Flegrei” ha dichiarato il direttore dell’Osservatorio Vesuviano Mauro Di Vito. 

È la prima volta che si fa la mappatura con l’obiettivo di individuare tutte le emissioni gassose nel Golfo di Pozzuoli. Questo era un progetto già programmato dall’Istituto di Geofisica vulcanologia e non rientra nei progetti commissionati dalla commissione Grandi rischi.

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