20 settembre 2024

Camorra, il ‘re’ dei narcos Imperiale verso il ritorno in Italia: “Accolta la richiesta d’estradizione”

Potrebbe ritornare presto in Italia Raffale Imperiale, il padrino del narcotraffico per contro della camorra ed in particolare del clan Amato-Pagano. Il 46enne originario di Castellammare di Stabia, alias “Lelluccio Ferrarelle”, è detenuto dallo scorso 4 agosto in carcere a Dubai. 

IMPERIALE VERSO L’ESTRADIZIONE DA DUBAI 

Nei mesi scorsi gli Emirati Arabi aveva già rigettato l’estrazione. Adesso la Procura di Napoli ed il ministero delle Giustizia hanno presentato una nuova richiesta alle autorità emiratine e potrebbe essere la volta buona. Stando a fonti giornalistiche di Dubai, come riporta il quotidiano Il Mattino, la domanda sarebbe già stata accolta e si attende solo l’ufficialità dell’atto. In Italia Imperiale è atteso da due ordini di arresto. Il primo per una condanna definitiva a poco meno di cinque anni per traffico di droga, al termine di un processo nel quale ha ottenuto un notevole sconto di pena grazie alla sua “collaborazione” nel recupero dei quadri di Van Gogh, rubati nel 2003 ad Amsterdam e trovati nel 2016 nella sua abitazione stabiese. Una seconda misura cautelare, emessa su richiesta della Dda di Napoli, punta ad attualizzare il suo ruolo nello scacchiere del narcotraffico europeo e napoletano, nel periodo in cui viveva la sua latitanza dorata a Dubai. 

La scorsa estate, la polizia della città degli sceicchi lo bloccò in una villa con piscina, ascensore interno e mega garage dove parcheggiare il suo suv bianco e una Mini Cooper, con tanto di passaporto russo e falsa identità (si faceva chiamare Antonio Rocco). In casa banconote di vari Paesi, orologi costosi, opere d’arte, quadri dedicati ad Amsterdam e Pablo Escobar. Non solo narcotrtaffico per la camorra. Il nome del 46enne stabiese viene più volte accostato anche a pericolose organizzazioni criminali radicate in Belgio e nei Paesi Bassi, tra cui il violento cartello noto come “mocro maffia”. Tra poco Imperiale dovrebbe tornare in patria per scontare il suo conto in sospeso con la giustizia italiana. 

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