20 settembre 2024

Calabria, da oggi riaprono bar e ristoranti all’aperto. La regione sfida il Governo e fa come la Svezia

La Regione Calabria sfida il governo Conte e anticipa le riaperture della fase 2. Non solo: ma consente la ristorazione all’aperto. La governatrice forzista, Jole Santelli, ieri ha autorizzato con un’ordinanza la ripresa di bar, ristoranti, agriturismi e pasticcerie con tavoli all’aperto, e dà il via libera alla ripresa degli sport individuali, già a partire da oggi, 30 aprile.

Calabria contro il Governo: aprono bar e ristoranti all’aperto

La decisione adottata dal Presidente del Consiglio calabrese va in direzione contraria rispetto al dpcm sul lockdown, e sarà in vigore fino al 3 maggio. Un provvedimento probabilmente illegittimo, che scatenerà uno vespaio di polemiche.

Secondo l’ordinanza della Santelli, le attività di ristorazione, così come bar e pasticcerie all’aperto, riaprono già da oggi 30 aprile. Eppure secondo il piano di riaperture scandito da Conte, bar e ristoranti potranno ripartire su tutto il territorio nazionale soltanto a partire da lunedì prossimo e rigorosamente con il servizio di asporto o a domicilio.  Solo dal 1 giugno ci dovrebbe essere la riapertura vera e propria dei locali, insieme a parrucchieri e centri estetici.

Santelli però rivendica la sua decisione spiega in una nota qual è la ratio di questa decisione, arrivata ieri: “Poiché in queste settimane i calabresi hanno dimostrato senso civico e rispetto delle regole, è giusto che oggi la Regione ponga in loro fiducia. Sapranno dimostrare buon senso nel gestire i nuovi spazi di apertura che la Regione ha deciso di consentire, anche oltre il dettato del Governo”.

Si teme una guerra tra provvedimenti. Il governo Conte pronto alla diffida dell’ordinanza, dopo averla discussa al Cdm che si è svolto ieri sera. La diffida è l’atto che precede l’impugnativa. Si tratta, in sintesi, di una lettera con cui si invita il governatore a rimuovere le parti incoerenti dell’ordinanza rispetto al dpcm varato. Se le modifiche non vengono apportate, il governo può a quel punto decidere di ricorrere al Tar o alla Consulta e impugnarla.

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