Melito. Ogni giorno se ne aggiunge uno nuovo. Sistema la sua bancarella lungo il marciapiede, dispone la merce sull’asfalto sotto il cartellone di benvenuto della città di Melito. Televisori a catodo, cassettoni, lampadari, macchine da scrivere, vestiti. La via Appia, una striscia d’asfalto che collega Aversa a Melito, passando per Giugliano e Sant’Antimo, è un immenso mercato delle pulci a cielo aperto. Migliaia di automobili sfrecciano ogni giorno, qualcuno si ferma, dà un’occhiata al mercatino, acquista ciò che serve per una manciata di euro.
“Ho comprato un paio di scarpe usate. Sembrano nuove. Soltanto a 10 euro”, confessa un uomo di passaggio, che si dice disoccupato da tre anni. “Facevo il carpentiere. Con la crisi del settore edile qui non si lavora più”. Ma a frequentare la nuova strada del commercio abusivo sono in tanti. Anche casalinghe ed extracomunitari. “Ogni tanto ci vengo qui, è vero. Posso risparmiare su tante cose”, confessa Ada, casalinga melitese, mentre fruga tra le tante cianfrusaglie sparpagliate lungo il marciapiede. Poco dopo tratta sul prezzo, si aggiudica un quadro per 10 euro.
Molta della roba che viene venduta nel mercatino è frutto di ricettazione. Piccoli furti commessi nelle abitazioni dell’hinterland, il cui bottino viene trasformato in merce da vendere lungo la statale. Il mercato illegale viene alimentato così da episodi di microcriminalità. Tantissimi in passato i blitz della Polizia Municipale di Giugliano e di Melito. Ma nonostante le multe e le operazioni di sgombero, i venditori abusivi sono sempre lì, stoicamente aggrappati al loro pezzo di marciapiede per sbarcare il lunario. “Cosa devo fare? Andare a rubare?”, ci chiede retoricamente Peppe, uno dei tanti ambulanti privi di autorizzazione, che scarica e carica ogni giorno la merce da un vecchio furgoncino. “Non ho alternative. Ho precedenti penali e nessuno mi prende più a lavorare. Almeno così non commetto reati”.
Il problema, da fiscale e penale, diventa però anche ambientale. Questo mercatino illegale produce infatti numerosi rifiuti. Cartoni, sacchetti, ma anche scarti speciali, che vengono accatastati lungo la strada e si accumulano giorno dopo giorno, senza che nessuno li raccolga per poi smaltirli. I cumuli crescono a vista d’occhio, prestandosi a diventare materiale di combustione per roghi tossici. Le segnalazioni alle autorità si moltiplicano, ma servono a ben poco. La via Appia resta tutt’oggi la strada dell’illegalità.