20 settembre 2024

Coronavirus, l’ultimo studio: “Nell’aria resta per 30 minuti e infetta anche a 5 metri di distanza”

“Il coronavirus resta nell’aria per circa trenta minuti e puรฒ coprire una distanza di 4 o 5 metri”. A rivelarlo un recente studio epidemiologico cinese pubblicato dalla rivista scientifica Practical Preventive Medicine e citato dal South China Morning Post.

Il coronavirus, quanto sopravvive fuori dall’organismo

Un dato รจ certo: sulle condizioni di sopravvivenza del virus fuori dall’organismo e sulle modalitร  di trasmissione non ci sono ancora evidenze scientifiche concordanti da parte della comunitร  scientifica. Alcuni elementi, perรฒ, sembrano ormai acclarati. Ad esempio, il virus puรฒ rimanere attivo sulle superfici esterne per ore, forse per giorni, aumentando il rischio di contrarlo per chi le tocca.

  • Sulle superfici esterne

Secondo i ricercatori cinesi, la permanenza del virus sulle superfici dipende da una serie di variabili. Se la temperatura esterna รจ superiore ai 36 gradi, allora il parassita puรฒ resistere anche tre giorni. Le possibilitร  di sopravvivenza dell’agente patogeno aumentano poi su vetro, metallo, carta e tessuti.

  • Nei residui organici

Cambia poi lo scenario quando si parla di residui organici. Secondo lo studio, infatti, il coronavirus puรฒ sopravvivere piรน di cinque giorni nelle feci o nei liquidi corporei. In un ambiente del genere, la forza di contagiositร  del coronavirus risulta triplicata rispetto all’ambiente esterno.

Ambienti piccoli e distanza di sicurezza

Se all’aria aperta, il coronavirus puรฒ restare attivo per circa mezz’ora, le probabilitร  di contagio aumentano esponenzialmente negli ambienti chiusi e piccoli. “Si puรฒ confermare che in un ambiente chiuso con aria condizionata, la distanza di trasmissione del nuovo coronavirus eccederร  la comunemente riconosciuta distanza sicura“, scrivono gli studiosi guidati dall’epidemiologo Hu Shixiong. In un autobus, ad esempio, il virus puรฒ permanere sul mezzo pubblico anche quando la persona contagiata รจ scesa.

  • Il caso dell’autobus

Lo studio ha esaminato un gruppo di casi risalenti al 22 gennaio scorso, pochi giorni prima dell’inizio del capodanno lunare. Un passeggero che giร  avvertiva i sintomi della malattia, identificato come “A”, รจ salito su un autobus a lunga percorrenza di 48 posti al completo, sedendosi in penultima fila, senza mascherina per coprire il volto.

In base alle immagini delle telecamere a circuito chiuso, l’uomo non ha avuto interazioni con altri passeggeri durante tutto il viaggio, durato quattro ore. Il coronavirus ha perรฒ fatto in tempo a posarsi su sette altri passeggeri prima che “A” scendesse dal mezzo. Tra di loro alcuni che stavano sei file piรน avanti del “paziente zero”, a una distanza stimata, appunto, in circa 4,5 metri.

Circa mezz’ora dopo la fine della corsa, un altro gruppo di persone รจ salito sull’autobus e uno di loro che non indossava la mascherina รจ rimasto contagiato, si pensa a causa di particelle inalate dal gruppo di passeggeri seduti in precedenza. Il paziente preso in considerazione รจ, invece, salito su un altro minibus contagiando, in un’ora, altre due persone, una delle quali si trovava a una distanza di circa 4,5 metri.

  • L’importanza della mascherina

In base allo studio, รจ infine emersa l’importanza della mascherina, che avrebbe un’efficacia protettiva anche per i non contagiati. Nessuna infatti delle persone che portavano una maschera per coprire il volto mentre viaggiavano assieme al paziente zero ha contratto il coronavirus. Nonostante rimangano ancora interrogativi aperti sullo studio, la conclusione dei ricercatori รจ quella di indossare la mascherine quando si prendono i mezzi pubblici, comprese metropolitane e aerei, e “ridurre al minimo il contatto tra le mani e le aree pubbliche, ed evitare di toccare la faccia prima di averle pulite”.

Post correlati

Torna in alto