20 settembre 2024

Azzannata da un dobermann mentre passeggia con la figlia: “Il padrone ha riso e non è intervenuto”

“Sono sconvolta. Non ho fatto in tempo a dire a mia figlia: “Guarda che cane bellissimo”, che quello mi si è avventato addosso e mi ha attaccata con violenza. Ma quello che fa ancora più male è che nessuno ha mosso un dito per aiutarmi. E soprattutto che il proprietario del cane se ne sia andato via come niente fosse. Addirittura rideva”. Ricorda lucidamente quello che le è accaduto Elisabetta De Marinis, 40enne di Grosseto. La donna ha raccontato la sua tragica esperienza a Il Tirreno ed è ancora sotto choc.

L’aggressione è avvenuta ieri pomeriggio al parco Giotto di Grossetto. Con lei, sua figlia di 16 anni che ha visto sua madre azzannata dal cane. “Io e mia figlia abbiamo fatto un giro del percorso e abbiamo visto questo cane, bellissimo, mastodontico – racconta Elisabetta –. Il padrone lo teneva al guinzaglio, un filino sottile. Non aveva la museruola. Con lui c’era un altro uomo con un cane di un’altra razza”.

Mamma e figlia continuano a passeggiare per il parco e incontrano nuovamente il cane con il padrone, fermi davanti alla macchinetta del caffè accanto al distributore d’acqua: “C’era anche l’altro uomo con il suo cane – racconta Elisabetta –. Stavano lì fermi, tanto che ho pensato che fossero lì per dei controlli antidroga. Ci siamo avvicinate e, a una distanza di un metro e mezzo, ho detto al proprietario: “Come è bello questo cane, lo posso accarezzare?”. Non ho fatto in tempo a dirlo che il cane mi ha attaccata alla schiena“.

Il dorberman ha affondato le sue unghie sotto l’ascella sinistra della donna e l’ha morsa ben sette volte: “Ho gridato, ero terrorizzata. Poi sono riuscita a staccarmi – racconta Elisabetta –. Quell’uomo, invece, non ha mosso un dito. Non ha richiamato il cane, non mi ha chiesto come stavo. Se n’è andato. Mia figlia l’ha visto perfino sorridere mentre se ne andava verso il centro”. La scena è avvenuta davanti a decine di persone, ma nessuno è intervenuto per prestarle soccorso: “Ho chiamato io il 118 e sono venuti anche i vigili urbani. Eppure c’era tanta gente, chi prendeva l’acqua, chi correva. C’erano i bambini. Se avesse azzannato un bambino lo avrebbe ammazzato. E lo stesso se mi avesse presa alla gola invece che a un fianco”

Elisabette ha riportato ferite profonde e al suo braccio è attaccata una flebo di antibiotici. L’immagine di quel aggressione è ancora impressa nella mente di Elisabetta, ma la donna ricorda soprattutto il volto di quell’uomo: “Ha 4045 anni, moro, un po’ brizzolato, fisico palestrato, altro circa un metro e ottanta. Il suo dobermann è maschio, nero, taglia grande“. Nonstante il corpo dolorante, Elisabetta lancia un appello con la speranza di rintracciare il proprietario del cane che ha preferito far finta di nulla anziché aiutarla.

 

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