21 settembre 2024

Coniugi di Melito uccisi e gettati nella cava a Giugliano, confessa il fioraio di Pianura

“Sono una persona distrutta, ammetto le mie responsabilità e chiedo clemenza”. E’ arrivata stamani la confessione di Antonio Riano, il fioraio di Pianura accusato del duplice omicidio di Luigi Simeone ed Immacolata Assisi, ritrovati senza vita in una cava a Varcaturo domenica 19 aprile 2015.

L’uomo in Appello ha rimediato 30 anni dopo l’ergastolo che gli era stato inflitto in primo grado. Già nella precedente udienza era stata annunciata la volontà di confessare. E’ accusato di aver ucciso la coppia di coniugi, gettato i corpi nella cava di Masseria Monticelli a via Pipuaria e falsificato la compravendita dell’appartamento di proprietà delle vittime, in via Colonne tra Melito e Giugliano. La difesa del fioraio stamani ha tentato un concordato per una riduzione della pena, richiesta bocciata dalla giuria. Poi Riano – come riporta Il Mattino – è stato colto da un leggero malore e l’udienza è stata sospesa per un’ora.

Alla ripresa il giovane fioraio di Pianura ha chiesto la parola autoaccusandosi del duplice efferato delitto. Si chiude quindi con la condanna a 30 anni il cosiddetto delitto del taxi, come quello delle vittime che fu ritrovato sul posto con sangue e bossoli sul terreno, ma presenta ancora alcuni punti oscuri come la dinamica precisa e la presenza di eventuali complici. A quanto pare Riano voleva regalare a tutti i costi l’abitazione alla fidanzata ma non aveva la disponibilità economica necessaria. Poi l’omicidio con tre colpi di pistola ed i cadavere occultati. Grazie alle indagini del commissariato di polizia di Giugliano si arrivò presto alla svolta. Ad incastrare il fioraio, in particolare, le tracce ematiche ritrovate dalla Scientifica.

 

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