Sarà ascoltato nelle prossime ore dal gip Alessio Angrisano, boss ventenne della Vanella Grassi, arrestato ieri a Villaricca, dopo essere sfuggito ad un blitz delle forze dell’ordine il 24 gennaio scorso. Nel nascondiglio gli agenti hanno sequestrato 1350 euro e una pistola semiautomatica, all’interno di una scarpa.
Alessio insieme al fratello Francesco, assassinato in circostanze ancora non chiarite l’11 dicembre del 2016, era l’ultimo in ordine di tempo ad aver preso il la guida del clan. E, con ogni probabilità, è stata proprio la morte del fratello il momento di rottura con i Grimaldi di San Pietro a Patierno. La scomparsa di Francesco infatti indebolì un’organizzazione già provata da arresti e pentimenti.
Gli Angrisano ebbero da subito rapporti turbolenti con gli altri esponenti della Vanella Grassi, scontrandosi con i Grimaldi che, nel frattempo, si stavano imponendo a San Pietro. Uno scontro culminato proprio nell’omicidio di Francesco Angrisano.
Inizialmente i sospetti caddero sui fratelli Elia e Maurizio Cancello, legati alla famiglia Bastone, ma poi gli inquirenti virarono decisamente sui Grimaldi che ormai ritenevano ingombrante il vecchio alleato.
Grimaldi che nell’ultimo periodo si erano legati anche ai Petriccione riuscendo a controllare “Casa dei Puffi“, nota piazza di spaccio di Scampia e che erano diventati i referenti anche degli Amato – Pagano per quel che riguarda lo spaccio di droga.
Una vera e propria scalata criminale che era ostacolata solo dalla presenza di Alessio Angrisano che aveva radunato intorno a sé un pugno di fedelissimi. Con il suo arresto la strada verso l’ascesa criminale definitiva dei Grimaldi, conosciuti anche come i “bomboloncini”, appare sgombra.