Marano, tegola sul Comune e i cittadini: il Tar ha bocciato la riduzione dell’Irpef

Tegola sul Comune e sui cittadini di Marano. Niente riduzione all’addizionale Irpef del 2013: la variazione dell’aliquota dallo 0.8 per cento allo 0.75 per cento è stata infatti annullata dal Tar. La decisione del Comune, secondo i giudici del tribunale amministrativo regionale, è stata adottata fuori tempo massimo. A rivolgersi alla magistratura amministrativa era stato il ministero dell’Economia e finanza. La sentenza è stata pubblicata martedì scorso e, in pratica, boccia l’operato della giunta Liccardo e in particolare dell’assessore al Bilancio Paolo Longoni, ritenuto tra i migliori della squadra di governo ma già pesantemente oggetto di critiche sostanziali da parte del collegio dei revisori dei conti, che a novembre espresse parere sfavorevole al bilancio previsionale anche alla luce delle “incongruità e inattendibilità delle previsioni di bilancio”, con particolare riferimento all’Ici e all’Irpef.

Le motivazioni.

I giudici del Tar hanno rilevato che simili deliberazioni consiliari (la numero 84) possono essere adottati solo entro la scadenza del termine stabilito per l’approvazione del bilancio di previsione che, nel caso in esame, era il 30 novembre mentre la deliberazione è stata adottata il 20 dicembre. Inoltre il provvedimento del Comune è da ritenersi inefficace in quanto per l’anno 2013 sarebbe stata necessaria la sua pubblicazione sul portale del ministero delle Finanze entro il 20 dicembre dell’anno di riferimento. Nel caso di specie, invece, la pubblicazione è avvenuta soltanto il 14 gennaio del 2014. L’assessore al Bilancio, Longoni, aveva calcolato che la riduzione dell’Irpef avrebbe portato 200 mila euro in più nelle tasche dei cittadini. Particolare curioso: il Comune non si è costituito nel processo davanti al Tar, evidentemente già conscio dello svarione politico-amministrativo commesso. E’ forse arrivato il momento che qualche assessore, dopo quasi un anno di prove e tentativi, si faccia da parte per il bene dell’Ente e della città.

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