20 settembre 2024

Giugliano, racket del pane a noto supermercato: 3 del clan Mallardo a processo

È arrivata un’imbasciata da Ciccio Mallardo, da oggi il pane lo comprate da noi. Agivano in questo modo Anna Aieta, moglie del boss Francesco Mallardo, Salvatore Lucente e Armando Palma alias “armanduccio 29”. 

Giugliano, racket del pane a noto supermercato: 3 del clan Mallardo a processo

I 3 sono imputati del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso per aver imposto per 6 anni, dal 2010 al 2016, l’acquisto del pane ad un noto supermercato del centro di Giugliano. A renderlo noto è stato Filippo Caracallo. Il collaboratore di giustizia ha racconto tutti i dettagli agli inquirenti. Il processo è fissato il 3 luglio davanti al Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Napoli Dott. Marco Carbone, su richiesta dei pubblici ministeri della DDA Ilaria Sasso Del Verme ed Antonella Serio.

Chi sono gli imputati

Aieta Anna è la moglie del boss Ciccio Mallardo: «Le mogli dei boss sono come avatar: quando non ci sono i mariti, ci sono le mogli». Secondo Luca Esposito, oggi a Napoli «comanda Anna Aieta», moglie del capoclan di Giugliano Francesco Mallardo e sorella delle mogli di Patrizio Bosti e dell’altro boss detenuto, Edoardo Contini. Sulla struttura del clan Bosti-Contini, Esposito afferma che, come in Cosa Nostra, “Ci sono i vertici, ma anche altri uomini sottoposti ai vertici che hanno altri arruolati che pagano direttamente”.

Lucente Salvatore è attualmente detenuto e occupa una posizione di rilievo in seno all’organizzazione criminale non solo per aver sposato la figlia del “capo”, ma anche per aver contribuito a realizzare un vero e proprio impero imprenditoriale composto da aziende operanti nel settore dei supermercati, della commercializzazione dei latticini, dei fuochi pirotecnici e della produzione e distribuzione del pane, esercitato in regime di oligopolio attraverso la minaccia e la violenza. Lucente, diventato nel corso degli anni il “braccio economico” del gruppo camorristico, partecipava attivamente alle dinamiche criminali del clan. Aveva inoltre voce in capitolo sugli investimenti da compiere con il reimpiego dei capitali illecitamente acquisiti. In seguito all’articolata attività investigativa, i poliziotti sono riusciti a localizzare ed individuare l’insieme delle attività economiche ubicate a Napoli, Giugliano in Campania, Villaricca, Casoria e zone limitrofe.

Armando Palma, 51 anni, meglio noto come “Armanduccio 29”, era stato arrestato lo scorso agosto perché accusato di aver commesso un’estorsione – aggravata dal metodo mafioso – ai danni di un carabiniere per alcuni lavori edili. Dopo essere stato scarcerato dal Tribunale del Riesame di Napoli, il GUP del Tribunale di Napoli ha emesso sentenza di non doversi procedere, mettendo la parola fine a questa vicenda processuale. Armando Palma era ritornato in libertà da pochi mesi, su decisione del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, che accogliendo la richiesta dell’avvocato Luigi Poziello, aveva concesso la detenzione domiciliare per un’altra precedente condanna di 6 anni e 9 mesi, per aver commesso i reati di associazione di stampo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.

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