Coronavirus, torna il fantasma della chiusura tra regioni. Parla il ministro Boccia

Lockdown, chiusure anticipate, restrizioni alla libertà di movimento. Sono le nuove parole che circolano con insistenza negli ultimi tempi da quando l’epidemia da coronavirus ha ripreso a galoppare anche in Italia.

Coronavirus, non si esclude chiusura dei confini regionali

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il capo del Governo, Giuseppe Conte, hanno dichiarato che stanno lavorando in tutte le direzioni per scongiurare un secondo lockdown. Ma c’è anche un’altra possibilità che viene presa in considerazione per contenere il contagio: la chiusura dei confini regionali.

“Le limitazioni di spostamento tra le regioni non possono essere escluse, non si può escludere nulla in questo momento – ha dichiarato il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia. Dobbiamo difendere il lavoro e la salute a tutti i costi. La mobilità tra le regioni deve essere salvaguardata, ma la situazione dovrà essere monitorata giorno per giorno. Appena c’è una spia che si accende bisogna intervenire”. pital.

“Non escludere interventi in caso di aumenti dei contagi non significa chiudere, ma essere pronti a ogni intervento. Evitiamo di generare preoccupazioni. La priorità assoluta per il Governo e per le Regioni è difendere lavoro e scuola”, ha poi spiegato Boccia, che poi ha concluso: “Oggi le reti sanitarie regionali funzionano bene per il lavoro congiunto di rafforzamento quotidiano fatto tra Stato e Regioni. In questi giorni convocheremo con il presidente Bonaccini la cabina di regia per fare il punto sulle proposte delle Regioni”.

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